Editoriali

Al peggio non c'è mai fine - 23/04/19

È proprio vero che al peggio non c'è mai fine ed oramai riguardo alla pianificazione dei trasporti pubblici della nostra città siamo abituati a vederne di tutti i colori; ma non possiamo ogni volta non rimanere stupiti di come periodicamente spuntino idee che sono molto distanti da una adeguata (in termini di sostenibilità) risposta alla domanda di mobilità urbana genovese.

In principio fu il tram, o meglio l'ipotesi di reintrodurre il tram accanto a metropolitana e ferrovia urbana, ipotesi contemplata nelle parole (che purtroppo sono rimaste tali) del prof. Musso, che, come coordinatore del gruppo di lavoro preposto alla stesura del PUMS, aveva affermato che occorre "spendere dei gran soldi" per ottenere buoni risultati, "non solo in termini di minore traffico e di minore congestione, ma di migliore qualità della vita, di vivibilità della città, di flussi turistici, di imprese che si insediano in un territorio dove diventa piacevole stare".

Pian piano il tram è diventato "light", come se fossero le note fettine di formaggio o una bevanda gassata, adatte a chi vuol fare finta di essere a dieta. La traduzione di light-tram è filobus a 24 metri, un tipo di veicolo che negli ultimi venti anni è stato scelleratamente usato da AMT, che in questa versione maxi non è nemmeno omologato in Italia e per questo motivo non può essere compreso nei finanziamenti messi a disposizione del Ministero.

Adesso è comparso lo sky-tram...ma cosa è? Un sistema di trasporto che si vede con la parabola o sul tablet? Forse il teletrasporto? Si tratta di una monorotaia, un sistema di trasporto in viadotto, che quindi eviterebbe magicamente il traffico stradale privato, proprio quello che bisognerebbe disincentivare con un sistema di trasporto pubblico efficiente. Si legge su wikipedia che in Europa ci sono otto monorotaie, quattro in Germania (di cui due, le "Schwebebahn" di Dresda e di Wuppertal, sono oramai "monumenti" storici, quasi come la nostra cremagliera di Granarolo), una a Mosca e tre in Italia. Già, in Italia ce ne sono tre: a Gardaland, a Mirabilandia e all'Italia in miniatura.

Allora ci domandiamo: può un sistema di trasporto usato nei parchi di divertimento diventare il sistema di trasporto per la Val Bisagno? Forse non dovremmo investire su tram e metropolitane, come fanno altre città italiane ed europee, per essere sicuri di aver un buon ritorno dell'investimento ed un effettivo miglioramento della qualità del trasporto pubblico e della vita in generale?


prec. | succ.
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